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La fine del bipartitismo
Guardare subito all’Inghilterra
Lo studio sul prossimo voto in Gran Bretagna di Nat Silver, l'analista americano che indovinò Stato per Stato la vittoria delle presidenziali di Obama, risulta a dir poco sorprendente. Secondo Silver il Regno Unito alla vigilia delle elezioni del 7 maggio potrebbe dover affrontare una ingovernabilità imprevista, tale da dover approntare una coalizione di tre o più partiti, oppure di un governo di minoranza. E questo nel caso migliore. Il prossimo premier britannico potrebbe dover imbarcarsi nell’avventura di una riforma della legge elettorale e poi tornare subito alle urne. Solo che sarà difficile accusare il maggioritario secco all’inglese, fonte di instabilità, visto che ha saputo garantirla ed in maniera inossidabile ai governi, prima ancora dei tempi di William Pitt, conte di Beveridge, detto “il vecchio”.
Secondo i dati di Silver, i conservatori resteranno il primo partito, ma ottenendo solo 10-15 seggi più dei laburisti. I Tories, non riuscirebbero quindi a raggiungere la maggioranza assoluta di 326 seggi, nemmeno alleandosi con i liberali, come è stato fatto fino ad oggi, e nemmeno con Farage. Il Labour, invece anche se secondo partito nazionale, potrebbe essere in grado di articolare una coalizione tale da raggiungere la maggioranza assoluta. Bisognerà mettere insieme i lib-dem, i verdi e il partito del Galles, e comunque assicurarsi l'appoggio del partito indipendentista scozzese, di cui è previsto un grande successo. Le possibilità comunque che governi tanto eterogenei o deboli possano guidare una paese con le tradizioni di stabilità vantate dalla Gran Bretagna, appaiono scarsissime. Come è possibile che un Paese con condizioni economiche invidiabili, si trovi ad un passo da precipitare in una situazione italiana degna degli anni ‘70 del secolo scorso? A dirla tutta, né Cameron, né Ed Miliband sanno convincere davvero il loro elettorato. Assommano troppi difetti uno sull’altro. Il primo è espressione delle classi puramente privilegiate, uno che attacca la sanità pubblica nazionale risparmiata persino dalla Thatcher. L’altro, piuttosto sgraziato e confusionario. Anche la stella di Farage sembra già appannata, per non parlare di Nick Clegg divenuto una autentica meteora. Più ancora semplicemente, il perfetto sistema bipartito britannico ha convinto gli inglesi di non riuscire più a dare sufficienti risposte. Da qui le varianti, vede quella scozzese, e questo quando da noi c’è un solo partito che si prepara a diventare il dominus politico della situazione. Bisognerebbe sbrigarsi guardare cosa succede in Inghilterra.
Roma, 5 maggio 2015 |
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